Venerdì 24 marzo si è svolto l’ultimo “ Venerdì del Castelvì” per il corrente a. s.

Si è trattato di un evento particolare perché, di comune accordo con il Dirigente e i Docenti del Dipartimento di Arte, abbiamo voluto, anche quest’ anno, dedicare un “Venerdì” alla memoria del Prof. Valerio Mazzenga, docente di Storia dell’Arte, che ci ha lasciato nel Marzo 2020. Quest’anno, poi, la Scuola ha voluto ricordare il collega scomparso con una breve cerimonia, alla presenza anche della vedova, Dott.ssa Maria Paola Spano, durante la quale è stata scoperta una targa, opera del docente Christian Madau,  con cui è stata inaugurata la “Galleria Valerio Mazzenga”, uno spazio  espositivo riservato a possibili eventi futuri, come mostre o altro, messo a disposizione  degli studenti della scuola.

Subito dopo, come programmato, c’è stato l’intervento della Prof.ssa Giuliana Altea, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Sassari, che ha tenuto un a relazione dal titolo  Costantino Nivola: un artista sardo a New York.

La Prof.ssa ha ripercorso alcune tappe fondamentali della vita e della carriera di Costantino Nivola ( Orani, 1911 – East Hampton 1988) mettendo in luce le caratteristiche fondamentali di un artista che ha cercato di fondere , soprattutto nelle opere della maturità, tradizione e modernità.

Fondamentale per la formazione del giovane Nivola, cha nasce da famiglia molto umile, la conoscenza a Nuoro di maestri come Persico e Pagano, quest’ultimo organizzatore a Milano di una Triennale, nel 1936, che porta in Italia il meglio dell’arte internazionale.

Altra tappa fondamentale è il 1937 , quando Nivola esordisce come grafico all’Esposizione universale di Parigi e cura per Olivetti, di cui era divenuto Direttore dell’ufficio grafico, le decorazioni del padiglione presso l’ Esposizione medesima .

Nel 1937 a Parigi entra in contatto con gli esuli antifascisti e conosce Emilio Lussu. Nel 1938 sposa una donna tedesca di origine ebraica, fuggita con la famiglia dalla Germania Nazista. A seguito delle leggi razziali, Nivola e la moglie si trasferiscono in Francia, da cui saranno costretti a fuggire e a rifugiarsi negli stati Uniti.

In America Nivola arriva come un semplice esule,  poco conosciuto, gli inizi sono perciò difficili, lavora come art director per una rivista di Designer. A new York ha  però la possibilità di conoscere molti esponenti delle avanguardie artistiche del momento, in particolare il grande architetto Le Corbusier. L’ influenza di quest’ ultimo avvicina Nivola al Cubismo e alla sperimentazione della pittura murale.

Dopo la guerra, nel 1947 compie il primo viaggio in Sardegna a cui  ne faranno seguito altri.  Nel frattempo si avvicina alla scultura, usando come materiale la sabbia, su cui versa colate di gesso. Nivola si avvia sempre più verso la fusione del surrealismo e della tradizione.

Nel 1953 progetta di unire le case di Orani con dei pergolati , lasciando libera solo la piazza centrale, realizzando così un’idea di comunità, sulla suggestione del pensiero olivettiano. Proprio per Olivetti, nel 1954, Nivola realizza a New York  la decorazione del Negozio Olivetti.

L’architettura resta il pilastro della formazione di Nivola e del suo percorso   artistico , che si fonda sulla ricerca di un rapporto continuo tra Architettura, Ambiente, Scultura.

Alla fine degli anni ’60 progetta il monumento a Gramsci che non fu però realizzato, lasciando in Nivola un senso di amarezza e di rifiuto da parte della sua amatissima Sardegna.

La Prof. ssa Altea ci ha permesso di conoscere in maniera più approfondita un artista sardo che ha saputo coniugare le sue radici con una visione cosmopolita e internazionale dell’ Arte. Siamo  quindi contenti che il ciclo de “ I Venerdì del Castelvì” di quest’anno scolastico si sia concluso con questa interessante Relazione, che non solo ha onorato nella maniera più degna la memoria del Prof. Mazzenga, ma s’inserisce nel solco di quello che è un obiettivo fondamentale di questi incontri culturali, giunti ormai al quinto anno, e cioè valorizzare gli aspetti poco conosciuti della cultura locale, senza rinunciare a una dimensione nazionale , e non solo, delle problematiche che vengono selezionale, nella convinzione che la cultura aiuti a  superare steccati e muri , aprendo le menti di tutti.

Arrivederci , quindi,  all’anno venturo.

Gemma Prontera

Organizzatrice de “ I Venerdì del Castelvì” e Docente di Lettere  in pensione del “ Castelvì”

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